Trasmesso dal professore Rocco Giuseppe Micò,
MANIFESTO DEL PARTITO SOCIALISTA CATTOLICO
“ APPELLO
A TUTTI GLI
UOMINI LIBERI E FORTI “
( nello stesso giorno ( 18
gennaio 1919 ) che si apriva a Parigi la conferenza per la Pace, Don Sturzo, a
Roma, da una camera dell’albergo Santa Chiara, lanciava questo appello al Paese
e tracciava il programma del suo nuovo Partito Popolare; poi nel successivo
Congresso di Bologna del 14 – 15 giugno, illustrava la Costituzione e le
finalità del nuovo Partito.
1.
A tutti gli uomini liberi e forti, che in questa
grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini supremi della patria,
senza pregiudizi né preconcetti, facciamo appello perché unititi insieme
propugnino nella loro interezza gli ideali di giustizia e di libertà. E mentre
i rappresentanti delle nazioni vincitrici si riuniscono per preparare le basi
di una pace giusta e durevole, i partiti politici di ogni Paese debbono
contribuire a rafforzare quelle tendenze e quei principi che varranno ad
allontanare ogni pericolo di nuove guerre, a dare un assetto stabile alle
nazioni, ad attuare gli ideali di giustizia sociale e migliorare le condizioni
generali del lavoro, a sviluppare le energie spirituali e materiali di tutti i
Paesi uniti nel vincolo solenne della “Società delle Nazioni”
“ E come non è giusto
compromettere i vantaggi della vittoria conquistata con immensi sacrifici fatti
per la difesa dei diritti dei popoli e per le più elevate idealità civili, così
è imprescindibile dovere di sane democrazie e di governi popolari trovare il reale
equilibrio dei diritti nazionali con i supremi interessi internazionali e le
perenni ragioni del pacifico progresso della società.”
APPELLO DEL
PARTITO SOCIALISTA CATTOLICO
Non potevamo non citare le
riflessioni di don Luigi Sturzo, visti i tempi presenti, dinanzi ad un enorme
vuoto politico che nessuna forza riesce a colmare. Stiamo assistendo ad uno
spettacolo aberrante di politici poltronisti, di lotte tra bande per il potere
fine a se stesso, senza curarsi delle necessità e dei bisogni del popolo, della
Nazione; si rimane allibiti dinanzi ai nuovi profeti della razza ariana
antisemita, alla stessa circolazione di
ideologie sbagliate, piccolo – borghesi e velleitarie di già sconfitte dalla
Storia. I motivi reali non sono gli immigrati bensì: 1) Il disagio economico
inquietante; 2 ) la crescente sfiducia per i legislatori ed i governatori dello
Stato.
Tutti questi movimenti estremisti, populisti,
sono fallimentari sul piano politico, ma orticanti alla pancia del plebe.
Il nostro programma si
propone :
- che si propugni nei
rapporti internazionali la legislazione sociale;
- l’ uguaglianza del lavoro;
- lotta alle nuove povertà; auspichiamo
un dialogo, con le altre forze popolari, sulle condizioni dei meno abbienti;
- la questione giovanile; dare
ai giovani una possibilità di dignità professionale e di sentirsi figli di una
patria benigna e non matrigna che non riconosce i loro meriti e la possibilità
di credere nel futuro;
- la questione meridionale; bisogna
potenziare le piccole e medie imprese, la produzione artigianale tramite i
fondi della Comunità Europea, potenziare le reti di comunicazione, e, comunque, di
abbassare i costi veramente inaccessibili per gran parte dell’utenza ; sviluppo
della vocazione turistica e del patrimonio artistico e culturale;
- la questione morale; lotta
alla convivenza tra criminalità e poteri dello Stato;
- detassazione in favore
delle imprese, degli Enti privati che offrono posti di lavoro ai giovani,
inserendoli nel proprio organico a tempo indeterminato, previo un anno di
prova;
- accesso ad ogni professione
del pubblico impiego, dall’insegnamento a quella forense, dopo un anno di
abilitazione presso una Università Statale o regolarmente riconosciuta dal
Ministero dell’Università;
- proponiamo che gli
studenti, di ogni ordine e grado, meritevoli per profitto ma di estrazione
popolare, in condizioni di necessità economiche, dovranno godere dell’esenzione
tasse scolastiche/ universitarie e con fondi statali aiutato sino al
compimento degli studi intrapresi;
- le libertà religiose contro
ogni oppressione di setta;
- la Comunità Europea abbia
la forza della sanzione e dei mezzi per la tutela dei diritti dei popoli deboli
contro le tendenze imperialistiche dei forti;
- l’Unione Europea ed i Paesi
più ricchi del mondo devono intervenire in aiuto di quelle regioni della Terra,
nel caso in cui il divario dall’Occidente abbia superato ogni limite di
sussistenza mettendo in grave pericolo
la stabilità delle politiche internazionali: la miseria dell’Est europeo e di
gran parte del mondo arabo, la fame dell’Africa, le difficoltà dei Paesi
dell’America latina sono problemi da risolvere prima ancora che esplodano in
violenze tribali, di cui purtroppo oggi, in altre aree, siamo attoniti
osservatori.
- l’Europa deve riconquistare
il proprio ruolo da protagonista sulla scena della politica mondiale!
La Comunità Europea non deve
essere la sede della disputa degli egoismi nazionalistici, per motivi di
particolari interessi elettorali, ma deve esprimere la volontà generale di prosperità, progresso,
fratellanza, solidarietà, filantropismo: sentimenti di già presenti nei giovani
europei, che sono arrivati prima della politica; alcuni pensano che le lancette
della Storia siano disponibili ai loro giochi di bottega; il passato non torna!
Al migliore avvenire della
nostra Italia – sicura nei suoi confini e nei mari che la circondano - dedichiamo ogni nostra attività con fervore
d’entusiasmi e con fermezza di illuminati propositi.
- Ad uno Stato accentratore
tendente a limitare e regolare ogni potere ed ogni attività civica ed
individuale, vogliamo sul terreno costituzionale sostituire uno Stato veramente
popolare, che riconosca i limiti della sua attività, che rispetti i nuclei e
gli organismi naturali – la famiglia, le classi sociali, la personalità
individuale e incoraggi le iniziative private.
E perché lo Stato sia la più
sincera espressione del volere popolare, domandiamo la riforma dell’istituto
parlamentare sulla base della rappresentanza proporzionale ed il Senato
elettivo, come rappresentanza direttiva degli organismi nazionali, accademici,
amministrativi e sindacali; vogliamo la riforma della burocrazia e degli
ordinamenti giudiziari e la semplificazione della legislazione, invochiamo il
riconoscimento giuridico delle classi, l’autonomia comunale, la riforma degli
enti provinciali ed il più largo decentramento nelle unità regionali.
Ma sarebbero vane queste
riforme senza il contenuto se non reclamassimo, come anima della nuova società,
il vero senso di libertà rispondente alla maturità civile del nostro popolo ed
al più alto sviluppo delle sue energie mediante la collaborazione sociale:
libertà religiosa non solo agli individui ma anche alla Chiesa, per l’esplicazione
della sua missione spirituale nel mondo; tolleranza religiosa e rispetto delle
altre religioni rivelate, con libertà di culto e di pacifica fratellanza spirituale
con la Chiesa Cattolica; diritto al lavoro ed alla dignità del cittadino, senza
preferenze e privilegi di parte quali nepotismo e clientelismo: mortificando la
meritocrazia, si creano quei mali estremi nella società civile che si manifestano in correnti disgregatrici,
agitazioni promosse a nome di una sistematica lotta di classe e della
rivoluzione anarchica.
Le necessarie e urgenti
riforme nel campo della previdenza e dell’assistenza sociale nella legislazione
del lavoro, nella formazione e tutela della piccola e media impresa devono
tendere alla elevazione delle classi lavoratrici, la riforma tributaria, la
soluzione del problema del mezzogiorno, l’abrogazione della legge Fornero:
funesta sia sul campo del lavoro per l’elevato indice dell’età pensionistica
privando di fatto l’inserimento dei
giovani nel mondo del lavoro, con grandi danni umani, culturali ed economici. La riforma Fornero va nella concezione
dell’ostracismo politico, mentre sarebbe più necessario ed equo demandare alla
magistratura inquirente e giudicante, nei casi oggettivi e non presunti di
devianza, la valutazione processuale, con scienza e coscienza.
La magistratura deve essere
autonoma, rispetto al potere parlamentare e dell’esecutivo; qualunque
magistrato volesse scendere in politica, per rispetto della toga e del popolo
italiano, deve dimettersi dalla magistratura non pro tempore ma in maniera
definitiva.
Ci presentiamo nella vita
politica con la nostra bandiera morale sociale, ispirandoci ai saldi principi
del cristianesimo e del socialismo che consacrarono la grande missione
civilizzatrice dell’Italia, dell’Europa e di tutta l’umanità; missione che
anche oggi, nel nuovo assetto dei popoli, deve rifulgere di fronte ai tentativi
di nuovi imperialismi, a sconvolgimenti regionali e nazionali alle prese con le
forze del male. Oggi la Comunità Europea ed Internazionale devono intervenire con i Paesi islamici in Medio
Oriente per ristabilire l’ordine, lasciare, poi tramite un piano Marshall, ai
Governi legittimi la responsabilità politica delle loro scelte di sviluppo
sociale ed economico. Non si può fare un parallelismo tra immigrati e povertà
delle Nazioni: la povertà di un popolo dipende dalle scelte politiche di un
dato Governo; l’immigrazione è un fenomeno che dipende dalle guerre
destabilizzanti che imperversano in Africa e nel Medio Oriente, non è guerra di
religione ma di potere per il potere in nome dell’Islam; che l’immigrazione,
per la sua grande fiumana, vada a perturbare gli assetti politici, riproponendo
sentimenti antisemiti e razzisti, non è una novità, ciò che sorprende è che gli
stessi propugnatori di tante fobie per lo straniero cattivo non si rendano
conto che alla fin fine che quegli immigrati sono le vittime di una sciagurata
politica internazionale imperialistica; necessita creare la politica della
solidarietà e del dialogo con i Paesi islamici moderati, non certamente alzando
muri o con l’ uscire dalla Comunità Europea, come l’Inghilterra, sentinella
degli interessi capitalistici dell’America nello specchio del Mediterraneo,
dopo aver fatto per secoli la politica coloniale sfruttandone le risorse
primarie per poi abbandonarle nella più putrida miseria;
Concludendo vogliamo
affermare con le stesse parole di don Luigi Sturzo pronunciate nella sua relazione
al primo Congresso tenuto a Bologna nel giugno 1919:
“ Cerchiamo nella religione
lo spirito vivificatore di tutta la vita individuale e collettiva; ma non
possiamo trasformarci da partito politico in ordinamento di Chiesa, né abbiamo
il diritto di parlare in nome della Chiesa...”
A tutti gli uomini
moralmente liberi e socialmente evoluti, a quanti nell’amore della patria sanno
congiungere il giusto senso dei diritti e degli interessi nazionali con un sano
internazionalismo,
a quanti apprezzano
e rispettano le virtù morali del nostro popolo, a nome del
Partito Socialista Cattolico
facciamo appello e
domandiamo l’adesione al nostro programma.