
In sua difesa, l'ex direttore ha detto di aver recuperato un articolo su Internet sul tema delle parole usate nel Corano che non sono di origine araba. Purtroppo un guscio scivolò e nessuno corretto prima di stampare il giornale. Questo guscio prevede un passaggio che accusa il Profeta di manipolare il Corano e la scrittura, e alla domanda perché Chergui nel giornale, che ha due redattori associati ed un editor di principale e correttori, nessuno catturato questo guscio.
Il processo si è svolto alla presenza del Direttore Generale Bouziane Benachour, l'editor corrente e altri tre giornalisti tutti i testimoni contro il loro collega.
Interrogato dal giudice, il giornale della DG ha risposto che subito dopo l'installazione, le istruzioni sono state date a lui per sbarazzarsi del rosso-testa. Una risposta che sia messo in imbarazzo i giudici pubblici composti principalmente da giornalisti.
La difesa non si è dichiarato colpevole in un appello dimostrare che secondo le informazioni codice non c'era diffamazione o danneggiare l'Islam e il Corano. Tanto più che l'imputato era un ex professore universitario e uno dei più gravi giornalisti, il più luminoso e più dinamici e, soprattutto, che non si poteva mettere in discussione i suoi profondi sentimenti religiosi.
Il procuratore generale ha chiesto una condanna a sei mesi fermo. Il caso è sotto deliberazione.
Infine, ricordiamo che Mohamed Chergui è un padre di tre figli, tra cui una figlia con sindrome di Down e si spera che il tribunale sarà magnanimo a questo giornalista e considerare che non c'era premeditazione, ma semplicemente disattenzione.
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